Come riconoscere la qualità e la purezza di un integratore di proteine

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Mai come in questo periodo l’attenzione verso la forma fisica è molto alta. Soprattutto chi pratica sport in maniera assidua cerca di avere molta cura del proprio corpo, attraverso una dieta povera di grassi ma ricca di proteine, sostanze fondamentali per la crescita e il rafforzamento dei muscoli. Spesso l’alimentazione viene integrata con prodotti di vario genere, integratori che promettono un rapido accrescimento della massa magra a scapito di quella grassa. C’è da dire che ormai i prodotti in commercio sono davvero tanti e riconoscere quelli validi non è sempre così semplice. Esistono però una serie di trucchi per individuare gli integratori di proteine più efficaci e puri sul mercato.

Come riconoscere la qualità e la purezza degli integratori di proteine: gli ingredienti

Innanzitutto è bene  imparare a leggere correttamente le etichette, che ci consentono di individuare gli ingredienti effettivamente presenti nel prodotto. Non solo, per riconoscere la purezza della proteina, è altrettanto importante considerare due parametri fondamentali, ovvero il valore biologico (VB) e il punteggio chimico (IPC).

Come accade con l’INCI dei prodotti cosmetici, anche nel caso degli integratori l’ordine con cui sono presentati gli ingredienti ha il suo peso. Così il primo ingrediente presente in etichetta sarà quello maggiormente contenuto all’interno dell’integratore. Nel caso in cui invece fosse presente la dicitura proteine del siero del latte concentrate (WPC), questo significa che le proteine contenute presentano fino al 70-80% di proteine con ridotte quantità di lattosio e grassi. Per riconoscere una WPC di buon valore, dovrai fare attenzione ad alcuni fattori come: il contenuto di livelli molto più alti di fattori di crescita, come IGF-1, TGF-1 e TGF-2, livelli elevati di fosfolipidi e vari lipidi bioattivi, come l’acido linoleico coniugato (CLA), e livelli altrettanto alti di immunoglobuline e lattoferrina. Questo tipo di proteina ha però anche alcuni svantaggi, fra cui un contenuto proteico inferiore alle proteine isolate, un livello più elevato di grassi e livelli più alti di lattosio.

Tuttavia questo non significa che le proteine del siero concentrate siano qualitativamente inferiori alle isolate. La necessità di assumerle o meno dipenderà infatti dagli obiettivi della singola persona. Un’altra categoria di proteine, che è possibile trovare all’interno degli integratori, è quella delle proteine del siero isolate o WPI. In questo caso la proteina contiene fino al 90% di proteine a fronte di un basso contenuto di grassi e lattosio. I vantaggi di questo genere di proteine sono perciò molto evidenti. Tuttavia non bisognerebbe guardare esclusivamente il contenuto proteico delle proteine ma anche il siero di latte.

Un elevato contenuto proteico non è infatti l’unico motivo valido per preferire una categoria di proteine all’altra. Nel caso del siero di latte, è molto importante far attenzione al metodo di lavorazione adoperato per ottenerlo. Alcune tecniche infatti consentono la produzione di siero da latte ad alto contenuto proteico, ma al tempo stesso ricco di importanti sottofrazioni e con livelli di grassi e lattosio molto bassi. E’ il caso della CFM, ovvero un metodo di lavorazione che utilizza tecniche di microfiltratura a bassa temperatura.
Il siero di latte CFM contiene inoltre anche elevate quantità di calcio e basse quantità di sodio.

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Un’altra categoria di proteine spesso contenuta all’interno degli integratori è quella delle proteine del siero idrolizzate, o WPH. Questo significa che la proteina è stata letteralmente scomposta in peptidi di diversa lunghezza, il che la rende in grado di essere assorbita più rapidamente. In questo caso è importante verificare se la proteina sia concentrata o isolata. Nel primo caso saremo di fronte a una proteina con un contenuto proteico non superiore all’80%, mentre nel secondo il contenuto proteico sarà prossimo al 90% e con un contenuto di carboidrati e grassi praticamente uguale a 0.

Come riconoscere la qualità e la purezza di un integratore di proteine: percentuale proteica e colore della polvere

Un valido integratore di proteine, oltre a contenere quelle con valori nutrizionali migliori, dovrà avere anche una buona percentuale proteica. Questo fattore, ad esempio, può essere alterato se tra gli ingredienti troviamo anche alcuni aminoacidi in forma libera come: glicina, alanina, lisina, acido glutammico, leucina, isoleucina e valina. Questi aminoacidi potrebbero ingannare il lettore, mentre invece non hanno alcuna funzione all’interno di un prodotto, se non quella di alterare appunto la percentuale proteica.

Un altro elemento che incide sulla percentuale proteica è il colore della polvere aromatizzata. Bisognerebbe perciò diffidare di integratori gustosi e altamente solubili. Anche lo zucchero infatti è solubile, ma questo non significa che sia un ingrediente sano. Infine, un buon integratore di proteine dovrebbe essere privo di tutti quegli elementi che potrebbero alternarne la funzionalità. Occhio quindi alla presenza di olio di palma, maltodestrine, gomma di xantano o carragenina.

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